14 questioni che tolgono il sonno ai CIO – Go Health Pro

I CIO, al giorno d’oggi, sono molto stressati dalle preoccupazioni di vecchia data sulla rapidità del cambiamento e sulla rivoluzione quantistica all’orizzonte.

Naturalmente, ci sono anche molti altri problemi che preoccupano i CIO qui e ora. Abbiamo quindi chiesto a diversi leader IT: che cosa vi tiene svegli la notte?

Ecco che cosa ci hanno risposto.

1. La sicurezza informatica

La sicurezza informatica è di gran lunga il principale oggetto degli incubi dei CIO. Questo non dovrebbe essere uno shock, viste le statistiche spaventose sul numero crescente di attacchi informatici [in inglese], il tasso di attacchi riusciti e le conseguenze sempre più elevate di una violazione [in inglese].

Gary Flowers, CIO dei servizi di trasformazione e tecnologia dell’organizzazione non profit Year Up [in inglese], riassume la questione in questo modo: “Non voglio finire sui giornali a causa di una violazione dei dati”.

2. Una crisi (nel momento peggiore)

Che si tratti di un incidente di sicurezza, di un guasto al sistema o della partenza inaspettata di un collaboratore-chiave, i Chief Information Officer sanno che ci sono molte cose che possono andare storte in un giorno qualsiasi [in inglese]. Come se non bastasse, i CIO sono consapevole che queste crisi tendono a esplodere nel momento peggiore.

“C’è quella preoccupazione perenne: sei nel bel mezzo di una trasformazione digitale e hai da spendere un incendio senza essere licenziato”, dice Andrew Duncan, CEO e managing partner di Infosys Consulting.

Duncan, che ha allenato molti CIO a operare negli scenari di questo tipo, consiglia di fare affidamento sulle capacità esecutive: radunare i team, lavorare in modo collaborativo, rimanere concentrati sui risultati desiderati, “per arrivare, insieme, alla soluzione”.

3. FOMO

I Chief Information Officer sostengono che sia sbagliato innamorarsi degli oggetti luccicanti o inseguire la tecnologia per solo il gusto di farlo, ma Duncan sa di molti leader IT che temono di perdere qualcosa se non si buttano sulle ultime tendenze tecnologiche.

“Hanno questo senso di urgenza”, dice.

Prendiamo l’intelligenza artificiale. Certo, i CIO dicono che non possono implementare la tecnologia senza conoscere il risultato desiderato [in inglese], i costi di implementazione [in inglese], il ritorno sugli investimenti [in inglese], eccetera. Ma, allo stesso tempo, secondo Duncan, sono preoccupati di rimanere indietro se dedicano troppo tempo e troppi sforzi all’analisi della situazione.

4. L’innovazione e la creazione di valore

Ora che i manager del digitale sono giudicati per come guidano l’innovazione e per come riescono a creare valore, molte energie vengono spese per pensare a come sfruttare le ultime tecnologie che permettono di arrivare a qualcosa di straordinario, afferma Savi Thethi, uno dei partner per le strategie e per le pratiche di trasformazione tecnologica della società di servizi professionali EY.

“Ci si aspetta sempre di più che i CIO guidino la crescita e la creazione di valore attraverso l’innovazione”, osserva. “Questo comporta lo sfruttamento della tecnologia per aumentare l’efficienza operativa, migliorare la customer experience e creare nuovi flussi di redditività. Inoltre, i responsabili IT devono garantire l’allineamento della strategia con gli obiettivi aziendali generali. Spesso ci si aspetta che i Chief Information Officer guidino le iniziative di trasformazione digitale delle aziende per far sì che rimangano competitive e rilevanti”.

5. Le persone e la politica

Da leader tecnologici che, in genere, sono saliti attraverso i vari gradi dell’IT, i CIO sono generalmente a loro agio nel giocare con la tecnologia. Così come sono meno a loro agio nel gestire la politica e le persone [in inglese], sottolinea Ed Bouryng, presidente e fondatore di Meta, una società di consulenza sulla tecnologia e sulla gestione del cambiamento per organizzazioni pubbliche e private.

“Quanto più un progetto tocca le persone, la gestione del cambiamento, la politica e le pressioni si fanno sentire, tanto più i CIO si preoccupano”, spiega Bouryng.

Questo perché i Chief Information Officer, oggi, possono garantire che una tecnologia funzionerà come dovrebbe ma sono molto meno sicuri [in inglese] che le persone che la utilizzano faranno lo stesso.

“Tendiamo a considerare i progetti come un computer, ma i dirigenti IT devono abituarsi di più a considerarli come persone e chiedersi: ‘Che cosa guiderà il successo? Devono pensare di più all’impatto sulle persone e spostare verso di esse l’attenzione, se vogliono che i progetti abbiano successo”, rileva.

6. AI

La preoccupazione di sapere se i CIO dispongono dei team, dell’infrastruttura di dati, della sicurezza, dei piani aziendali e dell’adesione dell’azienda più idonei per assecondare le loro ambizioni in materia di intelligenza artificiale fa girare la testa a molti.

“Il rapido avanzamento dell’AI ha intensificato la richiesta di approfondimenti attuabili dai dati”, racconta Thethi di EY. “I CIO sono sotto pressione per lo sfruttamento della potenza dei dati che permetta di ottenere risultati aziendali tangibili, assicurando che le strategie si allineino con gli obiettivi organizzativi e guidino il vantaggio competitivo. Ciò richiede che i leader IT e i loro team sorveglino e governino i dati, ne assicurino la qualità e consentano l’analisi per ottenere approfondimenti utili all’impresa”.

7. I rischi che l’AI introduce

“Oggi mi preoccupa soprattutto la collisione tra l’innovazione dell’intelligenza artificiale e i rischi per la sicurezza”, nota Denise Reilly-Hughes, segretario e CIO dell’Agenzia dei Servizi Digitali dello Stato del Vermont. “I dati sono al centro di entrambi, e i dati hanno assunto una vita propria. In qualità di Chief Information Officer, sono sempre più responsabile dell’integrità e della sicurezza dei dati, troppo spesso non strutturati e non gestiti, ma sensibili”.

Come altri manager digitali, Reilly-Hughes è anche cauto sul modo in cui i cattivi attori stanno capitalizzando con l’AI.

“I progressi dell’intelligenza artificiale sono diventati uno dei modi in cui i criminali informatici sono in grado di intensificare i loro attacchi. Probabilmente combatteremo il crimine informatico con l’AI, ma oggi, questa possibilità è ancora, generalmente, inesplorata”, aggiunge. “È un problema nuovo che continuerà a diventare sempre più impegnativo. Dobbiamo rafforzare la nostra governance dei dati e capovolgere la situazione privilegiando quelli strutturati. Abbiamo la responsabilità nei confronti dei nostri residenti di proteggere le loro informazioni e i servizi che richiedono al loro governo statale. È una responsabilità enorme che pesa molto sulla mia mente e fa parte di ogni sforzo che compiamo”.

La manager affronta il problema concentrandosi, principalmente, sulla gestione del rischio [in inglese].

“Ci focalizziamo sul contenimento dei rischi nelle aree che possiamo affrontare a breve termine, ma abbiamo anche un piano per ridurre al minimo e gestire le situazioni che sono un po’ fuori dalla portata immediata”, dice. “Questo non è un luogo in cui la risposta reattiva porterà a dei vincitori”.

8. Contenere i costi

Ecco una preoccupazione perenne per i CIO: raggiungere tutti gli obiettivi che hanno per il loro reparto IT e farlo senza sforare il budget. Come dice Thethi, “C’è una pressione continua per ottimizzare i costi operativi della tecnologia, concentrandosi, contemporaneamente, sulle iniziative di crescita. Bilanciare l’efficienza dei costi con l’innovazione e con gli investimenti strategici è un compito delicato e continuo per i CIO”.

9. Acquisizione, gestione e formazione dei talenti IT

Una delle preoccupazioni più sentite da Darlene Williams, vice president senior e CIO di Rocket Software, è la gestione dei talenti.

Trovare, trattenere e far crescere i talenti tecnici è critico e complesso in un ambiente “remote-first”, in quanto ci sforziamo di costruire una cultura che eviti le insidie storiche come le soluzioni ridondanti, la spesa IT eccessiva e la mancanza di connettività dei dipendenti con la cultura e la missione dell’azienda”, dichiara Williams.

Non è l’unico CIO a pensarla così, secondo Thethi.

“Trovare e trattenere i talenti giusti è una sfida importante. Le aziende oggi hanno bisogno di professionisti con competenze in materia di dati e analisi, AI e tecnologie cloud per guidare la trasformazione e la crescita, oltre alla domanda di risorse tecnologiche che possiedano un forte acume commerciale e possano colmare il divario tra tecnologia e strategia aziendale”, afferma. “Inoltre, i Chief Information Officer devono gestire sempre di più l’aspetto umano dei cambiamenti tecnologici all’interno dell’impresa. Per esempio, via via che l’AI si fa carico di un numero maggiore di compiti che sarebbero stati svolti, di norma, dalle risorse entry-level, c’è una preoccupazione per lo sviluppo delle future risorse di questo tipo: i compiti che hanno permesso loro di costruire le competenze fondamentali vengono sostituiti dall’AI, creando potenzialmente delle lacune nelle competenze di base/fondamentali”.

10. La gestione dei fornitori

I reparti IT sono passati dalla proprietà e dal controllo di tutto l’hardware e il software e del personale alla gestione di gran parte, se non della maggior parte o quasi, da parte di altri. Ciò significa che i CIO devono essere eccezionalmente abili nel rapporto con i fornitori [in inglese], sostiene Thethi.

“I Chief Information Officer devono valutare e gestire continuamente i loro rapporti con i vendor di tecnologia, assicurandosi che forniscano valore”, precisa.

Affinché queste attività vengano svolte bene, è necessario dedicarvi molto tempo ed energia, affermano Thethi e altri, aggiungendo ancora più lavoro alla lista quotidiana di cose da fare del CIO.

11. Misurare e comunicare il valore dell’IT per l’azienda

I dirigenti della tecnologia non si preoccupano soltanto di fornire valore ma sono impegnati anche a capire come misurarlo e comunicarlo [in inglese], riflette Anjali Shaikh, che in qualità di direttore dei programmi esecutivi tecnologici di Deloitte consiglia i CIO e altri leader tecnologici e fornisce una direzione strategica per lo sviluppo dei loro programmi.

L’esperta fa riferimento a un sondaggio sui Chief Information Officer realizzato da Deloitte nel 2024 [in inglese], il quale ha rilevato come “misurare, comunicare e dimostrare il valore della tecnologia” sia stata la risposta più comune che si è data quando è stato chiesto loro quali fossero i maggiori ostacoli personali da affrontare nel loro ruolo, più frequente di “integrare la tecnologia in tutta l’azienda”, “trovare il tempo per rimanere aggiornati sulle tecnologie innovative” e “avere le capacità e le risorse necessarie per fornire capacità tecnologiche”.

12. Restare al passo con l’evoluzione delle aspettative e delle competenze

Il ruolo di CIO è in continua evoluzione, e molti leader IT si chiedono “come gestire e rimanere al passo con le aspettative in evoluzione e quali sono le competenze che dovranno fornire per soddisfare una prospettiva in espansione e in evoluzione come questa”, indica Shaikh.

Non è che temano di non poter essere rilevanti in tutto questo, dice. Ma devono dedicare del tempo alla strategia per avere successo.

“Oltre che essere all’avanguardia, al top della forma e aspirare a essere leader trasformazionali dell’azienda”, spiega, “i leader IT di oggi devono avere credibilità, essere bravi narratori e uscire dalla loro zona di comfort, oltre che promuovere la tecnologia in tutta l’impresa”.

13. Rimanere rilevanti

In modo simile, il CIO di Year Up Flowers cita l’importanza di rimanere rilevanti come una delle principali preoccupazioni per lui e per gli altri CIO.

Dice che la maggior parte dei manager IT – lui stesso incluso – ha visto colleghi che, pur essendo competenti, non avevano quel “quid” in più necessario in situazioni particolarmente importanti e, di conseguenza, questa mancanza li ha fatti considerare più come buoni tecnici che leader aziendali o dirigenti trasformazionali.

Flowers dice di sapere che deve “un dirigente della C-suite deve portare i temi al tavolo e far progredire l’azienda” per rimanere rilevante e non essere conosciuto solo come “l’informatico” che fa funzionare i PC e le e-mail.

“Le imprese vogliono sempre fare di più che di meno, e se il CIO è soltanto l’uomo che tiene accese le luci, verrà esternalizzeranno”, aggiunge.

Flowers non è troppo preoccupato: “Oggi mi sento rilevante”, dice.

Tuttavia, il pensiero di Blockbuster lo tormenta.

“Non mi sento mai a mio agio”, aggiunge. “Mi sveglio ogni giorno dicendo che oggi devo fare meglio di ieri”.

14. Il futuro

I leader IT affermano che, di questi tempi, anche il futuro occupa molta della loro energia mentale.

Come spiega Williams, CIO di Rocket, “Questo è un momento incredibilmente eccitante per essere nel settore tecnologico. Sebbene le sfide – soprattutto quelle guidate dalle minacce informatiche e dall’AI – siano reali, presentano anche opportunità senza precedenti. Sono ottimista su ciò che attende i CIO. Il nostro ruolo non è mai stato così critico per l’azienda, in quanto collega strategia, tecnologia, innovazione e creazione di valore per i clienti”.

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