La parte attraente del progetto, prosegue Bombara, è che OpenEuroLLM “non ha un fine commerciale e garantisce autonomia nell’uso dei dati. Non esclude l’uso dei servizi delle big tech americane, ma per alcuni impieghi potrebbe garantire un livello di indipendenza alle imprese europee. A detta di molti, l’Europa è in ritardo nel costruire un suo LLM, ma con l’open source e l’addestramento su dati europei e nelle lingue europee, e con specifici usi verticali, potremmo recuperare il gap”.
OpenEuroLLM potrebbe proporsi, infatti, come servizio aperto e trasparente specializzato nelle applicazioni verticali (finanza, sanità, Tlc, eccetera), complementare con i prodotti commerciali americani e con più garanzie per gli usi settoriali. Purché, sottolinea Bombara, “Questi sviluppi verticali abbiano come obiettivo un aumento della produttività delle aziende: allora l’LLM europeo sarebbe davvero concorrenziale”.
“È positiva l’acquisita consapevolezza di quanto strategica possa essere questa tematica da un punto di vista tecnologico: il ‘motore della AI’. Ma, ancora più importante e critico, il fatto che ogni motore di AI richieda dei dati per potersi addestrare ed evolvere imparando, ed è fondamentale avere sotto controllo dove questi risiedono”, è il commento di Tiziano Andreoli, Head of IT di BioNerviano Società Benefit (NMS Group) e delegato del CIO Club Italia per la Lombardia. Così così il tempismo, prosegue il manager: “Non possiamo essere troppo lenti, perché, USA in primis ma anche Cina, sono molto avanti… Dobbiamo compiere uno sforzo molto forte, perché, mentre sviluppiamo le sinergie e le partnership, le attuali tecnologie ricevono dati da tutto il mondo, compresa l’Europa, fattore che va in contrasto con il tema della territorialità dei dati”.