Lucart suddivide l’lT in quattro sotto-reparti in base ai processi. Frediani guida la parte Finance e BI, mentre i suoi colleghi sono a capo delle suddivisioni Infrastrutture, ERP e Sistemi di fabbrica. Tutti riportano al CIO Massimiliano Bartolozzi e ciascuno prepara il budget del suo reparto, che viene poi discusso col CIO e portato da quest’ultimo al board.
“L’impulso a includere un progetto nel budget arriva quasi sempre dal business: raccogliamo le esigenze dei team operativi e poi, col CIO, decidiamo come metterli in scala di priorità in base, innanzitutto, al concreto valore aggiunto che possono portare”, indica Frediani. “Anche il costo è un fattore determinante: sappiamo che, in sede di approvazione tra gli executive, potrebbero essere rifiutati alcuni investimenti, se ingenti e non in grado di portare un chiaro beneficio. Al contrario, se dimostriamo il valore è più facile ottenere il via libera: è stato così per la digitalizzazione del processo documentale, un progetto complesso e costoso, ma necessario e con grandi benefici di efficienza e di sostenibilità, che sono elementi distintivi della nostra azienda”.
È il CEO a dire l’ultima parola sul budget dell’IT e il controllo delle uscite resta una priorità strategica: Lucart è un’azienda manifatturiera legata alla lavorazione della carta e, quindi, fa largo uso di energia, una materia prima divenuta molto costosa. Anche i prezzi dei vendor tecnologici sono aumentati notevolmente: l’unione dei due fattori riduce la possibilità di spendere.